La prevedibilità della pericolosità in associazione con i disturbi mentali rimane sfuggente, al di fuori di alcuni fattori di rischio relativamente ben stabiliti per la prognosi della violenza, come il sesso maschile, la presenza di un disturbo psicotico, e l’abuso di sostanze in comorbidità. Nella pratica clinica, l’indagine sulla presenza di ideazione aggressiva o violenta, sotto forma di idee di omicidio o suicidio, fa parte di un esame standard dello stato mentale. Tuttavia, la vita di fantasia, quando riguarda il danno verso gli altri, può non essere un indicatore affidabile di pericolo imminente come può essere nel caso dell’autolesionismo. Vengono presentati cinque casi di giovani uomini italiani con sindrome di Asperger e fantasie femminicide ricorrenti ed estremamente violente. Mentre non c’è una correlazione diretta tra le condizioni dello spettro autistico e la violenza, come altri esseri umani, le persone con una condizione autistica sono in grado di commettere crimini, incluso l’omicidio. Tutti e cinque avevano in comune una serie di caratteristiche e comportamenti ritenuti patologici: Tutti avevano subito atti di bullismo, tutti erano stati rifiutati sentimentalmente, tutti erano da tempo giocatori di giochi First Person Shooter (FPS), e tutti erano avidi consumatori di pornografia violenta. Il potenziale per un effettivo impatto neurocognitivo dei videogiochi violenti, ben documentato in letteratura, e la sua combinazione con la storia di vita personale e l’assuefazione cronica in seguito all’uso di pornografia violenta di lunga data viene discussa nel contesto delle vulnerabilità sociali ed emotive. Mentre le fantasie aggressive non possono e non devono essere sottovalutate, nei paesi in cui non esiste una legislazione sul dovere di proteggere, un approccio clinico è imperativo, come, per inciso, dovrebbe essere ovunque.

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