Definizione dei protisti

Dai tempi di Aristotele, verso la fine del IV secolo a.C., fino a ben oltre la metà del XX secolo, l’intero mondo biotico era generalmente considerato divisibile in due soli grandi regni, le piante e gli animali. La separazione si basava sul presupposto che le piante sono pigmentate (fondamentalmente verdi), non mobili (più comunemente dall’essere radicate nel suolo), fotosintetiche e quindi capaci unicamente di nutrirsi autonomamente (autotrofe), e uniche nel possedere pareti cellulosiche intorno alle loro cellule. Al contrario, gli animali sono privi di pigmenti fotosintetici (incolori), attivamente mobili, nutrizionalmente fagotrofi (e quindi tenuti a catturare o assorbire importanti nutrienti), e senza pareti intorno alle loro cellule.

Euglena
Euglena

Euglena gracilis (molto ingrandita) in acqua dolce. Le euglene unicellulari sono organismi eucarioti fotosintetici con un solo flagello. Si trovano ampiamente in natura.

Walter Dawn

Quando la microscopia è nata come scienza a sé stante, botanici e zoologi hanno scoperto le prove della vasta diversità della vita per lo più invisibile ad occhio nudo. Con rare eccezioni, le autorità dell’epoca classificarono tali forme microscopiche come piante minute (chiamate alghe) e animali minuti (chiamati “primi animali” o protozoi). Tali assegnazioni tassonomiche rimasero essenzialmente incontestate per molti anni, nonostante il fatto che la grande maggioranza di quelle minuscole forme di vita – per non parlare di alcune forme macroscopiche, di varie forme parassitarie e dell’intero gruppo noto come funghi – non possedeva le caratteristiche cardinali in base alle quali le “piante” e gli “animali” erano stati differenziati e quindi dovevano essere costretti a rientrare in quelle categorie del regno.

Nel 1860, tuttavia, il naturalista britannico John Hogg si oppose all’imposizione delle categorie di piante e animali sui protisti e propose un quarto regno, chiamato Protoctista (gli altri tre regni comprendevano gli animali, le piante e i minerali). Sei anni dopo lo zoologo tedesco Ernst Haeckel (avendo abbandonato il regno minerale) propose un terzo regno, il Protista, per abbracciare i microorganismi. Alla fine degli anni ’30 il botanico americano Herbert F. Copeland propose un regno separato per i batteri (regno Monera), basato sulla loro unica assenza di un nucleo chiaramente definito. Secondo la disposizione di Copeland, il regno Protista consisteva quindi di vita nucleata che non era né pianta né animale. Il decennio successivo egli riprese il nome Protoctista, usandolo a favore di Protista.

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Il successivo grande cambiamento nella sistematica delle forme inferiori avvenne attraverso un progresso nel concetto di composizione del mondo biotico. Verso il 1960, resuscitando e abbellendo un’idea originariamente concepita due decenni prima dal biologo marino francese Edouard Chatton ma universalmente trascurata, Roger Yate Stanier, Cornelius B. van Niel e i loro colleghi proposero formalmente la divisione di tutti gli esseri viventi in due grandi gruppi, i procarioti e gli eucarioti. Questa organizzazione si basava su caratteristiche – come la presenza o l’assenza di un vero nucleo, la semplicità o la complessità delle molecole di DNA (acido desossiribonucleico) che costituiscono i cromosomi, e la presenza o l’assenza di membrane intracellulari (e di organelli specializzati oltre ai ribosomi) nel citoplasma – che rivelavano una lunga separazione filogenetica dei due gruppi. Il concetto di “protisti” abbracciava originariamente tutti i microrganismi del mondo biotico. L’intero gruppo comprendeva quindi i protisti più i batteri, questi ultimi considerati all’epoca come protisti inferiori. Il grande confine evolutivo tra i procarioti e gli eucarioti, tuttavia, ha significato un importante confine tassonomico che limitava i protisti ai microrganismi eucarioti (ma occasionalmente includeva organismi relativamente macroscopici) e i batteri ai microrganismi procarioti.

Durante gli anni ’70 e ’80, l’attenzione fu reindirizzata al problema di possibili suddivisioni sistematiche di alto livello all’interno degli eucarioti. I biologi americani Robert H. Whittaker e Lynn Margulis, così come altri, sono stati coinvolti in tali questioni impegnative. Un risultato importante fu il sostegno diffuso tra i botanici e gli zoologi per considerare gli organismi viventi come costituenti cinque regni separati, quattro dei quali furono collocati in quello che fu concepito come il super-regno Eukaryota (Protista, Plantae, Animalia e Fungi); il quinto regno, Monera, costituiva il super-regno Prokaryota.

Nella fine degli anni ’70, rendendosi conto delle distinzioni tra alcuni procarioti, il microbiologo americano Carl R. Woese propose un sistema per cui la vita era divisa in tre domini: Eukarya per tutti gli eucarioti, Bacteria per i veri batteri, e Archaea per i procarioti primitivi che sono distinti dai veri batteri. Lo schema di Woese era unico per la sua attenzione sulle caratteristiche molecolari, in particolare certe sequenze di RNA. Anche se imperfette, le analisi dell’RNA hanno fornito una grande comprensione della parentela evolutiva degli organismi, che a sua volta ha portato ad un’ampia rivalutazione della tassonomia dei protisti, tanto che molti scienziati non considerano più il regno Protista un raggruppamento valido.

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