Obiettivo: Presentare in cadaveri umani la base anatomica delle operazioni di allungamento del pene e riprodurre questa tecnica in un gruppo di pazienti.

Materiali dello studio: I legamenti del pene in dieci cadaveri umani sono stati identificati e sezionati liberando il pene dal suo fissaggio all’arco pubico. La stessa tecnica è stata applicata a un gruppo di quaranta pazienti che hanno richiesto un’operazione di allungamento del pene.

Risultati: La dissezione dei legamenti del pene aumenta la distanza osso pubico-punta del pene per 3,1 +/- 0,6 cm. Nei pazienti, l’aumento di lunghezza 12 mesi dopo l’intervento è stato di 3,5 +/- 1,3 cm (2,3-5,1 cm) da flaccido e 1,8 +/- 1,4 cm (1,4-3,2 cm) da eretto. C’era una differenza statisticamente significativa (p < 0,005) tra lo stato preoperatorio e post-operatorio. Il tasso di soddisfazione generale è stato del 67,5%.

Discussione: Lo studio sui cadaveri mostra che questa tecnica offre una mobilizzazione significativa del pene con un guadagno di 3 cm, mentre su tessuti vivi ha risultati simili. I parametri anatomici che possono influenzare il risultato finale dell’operazione sono la lunghezza (dimensione antero-posteriore) dell’arco pubico (corrisponde alla lunghezza del legamento), il suo angolo con il livello orizzontale, la quantità di tessuto grasso nella zona pubica e l’angolo di riposizionamento del pene.

Conclusioni: La divisione dei legamenti del pene aumenta la sua lunghezza apparente. I parametri anatomici significativi sono la lunghezza dell’arco pubico, il suo angolo con il livello orizzontale, la quantità di tessuto grasso nella zona pubica e l’angolo di riposizionamento del pene.

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