Spedizioni archeologiche
Quando gli europei giunsero per la prima volta in questa zona alla fine del 1700 rimasero stupiti nel trovare così tanti giganteschi terrapieni nella zona di Chillicothe. Alla fine, la voce si diffuse sull’intrigante fenomeno e gli archeologi arrivarono per studiare i terrapieni e le loro sepolture. Le attuali teorie sull’Hopewell Mound Group e sui suoi costruttori si basano sulle conclusioni scientifiche degli archeologi che hanno studiato questo sito per quasi due secoli.
1820: Caleb Atwater disegna la prima mappa di questi terrapieni. Atwater presume che il sito sia stato costruito per la difesa. Egli chiama il terrapieno “Clark Fort” dal nome dei proprietari del campo agricolo.
1848: Ephraim Squier e Edwin Davis disegnano la mappa più famosa del sito e la includono nella loro opera innovativa Ancient Monuments of the Mississippi Valley, il primo libro mai pubblicato dalla Smithsonian Institution. Chiamano il complesso “North Fork Works”, a causa della sua vicinanza al North Fork Paint Creek.
1891-92: Warren Moorehead scava per trovare manufatti per la “World’s Columbian Exposition” del 1893 a Chicago. A questo punto, Mordecai Hopewell possiede il terreno. Moorehead scava parzialmente diversi tumuli, tra cui circa un quarto del tumulo più grande, Mound 25. L’abbondanza e la squisita maestria degli artefatti affascina i visitatori dell’esposizione e nasce il concetto di “cultura Hopewell”. Dopo l’esposizione, tutti i manufatti vengono conservati ed esposti nel nuovo “Field Museum” di Chicago: Henry Shetrone e William Mills della Ohio Historical Society scavano tutti i tumuli di quello che ora è chiamato “Hopewell Mound Group”. A questo punto, molti dei tumuli e le pareti della piazza sono scomparsi sotto l’aratro. Nessuno dei tumuli scavati viene ricostruito. Oggi, i manufatti scoperti sono conservati o esposti all’Ohio Historical Center di Columbus.
1980: L’archeologo Mark Seeman della Kent State University ricolloca accuratamente la maggior parte dei tumuli attraverso fotografie aeree e rilievi di superficie. A questo punto, l’unica parte dei terrapieni rimasta intatta è il muro e il fosso adiacente sul lato nord del grande recinto.
2001: Usando la magnetometria, gli archeologi del National Park Service e dell’OSU non trovano alcuna prova di insediamento a lungo termine all’interno delle mura di terra. Scoprono anche un nuovo terrapieno circolare di 90 piedi di diametro all’interno del grande recinto (il cerchio più piccolo sulla mappa tra i Mounds 2 e 23).
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