Di Nandini Bishnoi
Prendi un telefono, sorridi, scatta un selfie!
Farsi un selfie è ormai diventato un luogo comune ovunque ci si trovi, dai ristoranti ai castelli. Le persone si scattano selfie mentre fanno (quasi) tutto. Al giorno d’oggi, non c’è imbarazzo nel farsi un selfie in pubblico, e con l’aumento del numero di filtri, è diventata un’attività comune per passare il tempo anche in privato.
Ma come è nato il selfie? In questa giornata mondiale del selfie, diamo un’occhiata all’origine di questa tendenza.
Il primo ‘selfie’ fu scattato nel 1839. Anche se allora non si chiamava così, l’autoritratto fu scattato da Robert Cornelius, un chimico dilettante e appassionato di fotografia, a Philadelphia. Cornelius scattò una foto di se stesso nel retro del negozio di lampadari della sua famiglia. Ha impostato la macchina fotografica e poi è corso nell’inquadratura per la foto, avendo così scattato il primo “selfie” in assoluto.
Nel 1966, l’astronauta Buzz Aldrin si scattò una foto durante la missione Gemini 12, diventando il primo selfie scattato nello spazio.
Nel 2013, la parola è stata aggiunta all’Oxford Dictionary, che l’ha descritta come “una fotografia che uno ha scattato a se stesso, tipicamente con uno smartphone o una webcam e condivisa tramite i social media”. Ha continuato ad essere nominata parola dell’anno dall’Oxford Dictionary nel 2014.
Lo stesso anno, il DJ Rick McNeely ha iniziato a celebrare il 21 giugno come ‘National Selfie Day’.
Ora, con l’aumento dei social media e delle nuove tecnologie, i selfie sono diventati un affare quotidiano. Che si tratti del selfie virale di Ellen DeGeneres agli Oscar o dei numerosi selfie del premier Modi, questa tendenza trascende l’età, l’industria e i confini.
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