Come è stato raccontato

“Il buon re Venceslao si affacciò, nella festa di Stefano…” e così via. Una delle nostre preferite per le feste è stata scritta dal prete anglicano John Mason Neale nel 1853, sulla melodia di Tempus Adest Floridum (Il tempo è vicino per la fioritura), che risale al XIII secolo.

È stata registrata per la prima volta nel libro finlandese Piae Cantiones, una raccolta di 74 canzoni che è schizzata subito in cima alle classifiche quando è stata pubblicata, dato che nel 1582 non venivano stampati molti libri. Un paio di secoli dopo, una copia del libro fu regalata dall’inviato britannico in Svezia a Neale. Egli tradusse alcuni brani e poi scrisse il proprio testo quando si trattò di questo. La sua canzone parla del re che vede un povero che raccoglie combustibile per l’inverno – la questione della povertà di combustibile è rilevante allora come oggi – e poi affronta il tempo amaro per fare l’elemosina il giorno di Santo Stefano, che cade il 26 dicembre, commemorando il primo martire cristiano.

È diventato uno standard natalizio, cantato da tutti, da Bing Crosby ai Beatles, Hugh Grant in Love, Actually, Sheldon in The Big Bang Theory e ognuno di noi ogni dicembre. Ma era buono? Era anche un re? E ha qualcosa a che fare con il Natale?

Fatti. Controllato.

Primo: Venceslao non era un re. E non è nemmeno l’ortografia corretta del suo nome. Venceslao fu duca di Boemia nel 10° secolo (rendendo potenzialmente il canto l’originale Rapsodia Boema) dove dopo aver guidato il governo dall’età di 18 anni divenne noto come Václav il Buono. Sfortunatamente, aveva un fratello conosciuto come Boleslao il Crudele, che lo invitò ad una festa e poi, all’altezza del suo nome, lo trapassò con una lancia.

Quasi subito dopo la sua morte Venceslao fu riconosciuto come martire e canonizzato, oltre ad essere incoronato re postumo. I racconti sulla sua virtuosità e pietà circolarono in tutta Europa. Una prima biografia lo descrive “alzandosi ogni notte dal suo nobile letto, a piedi nudi e con un solo ciambellano, andava in giro per le chiese di Dio e faceva generosamente l’elemosina alle vedove, agli orfani, ai prigionieri e agli afflitti da ogni difficoltà, tanto da essere considerato non un principe, ma il padre di tutti i miserabili”

Sì, camminava a piedi nudi in ogni condizione. La neve poteva anche essere profonda e croccante e uniforme, ma questo suona semplicemente più doloroso per camminarci attraverso.

Il canto si conclude con un appello a benedire i poveri: “Perciò gli uomini cristiani siano sicuri, ricchezza o rango che possiedono / Voi che ora benedirete i poveri, troverete voi stessi la benedizione.”

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Ovviamente, il Boxing Day è ora più famoso per i pellegrini che si precipitano verso i saldi di Natale piuttosto che vivere all’altezza dello spirito del dare. Ma forse la confusione nasce dal fatto che la stagione in cui è ambientata la storia è stata avvitata da John Mason Neale. Tempus Adest Floridum era un inno pasquale e alcuni, come Elizabeth Poston nel Penguin Book of Christmas Carols, hanno fatto notare che il “ponderoso doggerel morale” di Neale non si adatta alla melodia sbarazzina, definendolo il “prodotto di un matrimonio innaturale tra il capriccio vittoriano e il canto da ballo del XIII secolo”.

Oggi i resti di Venceslao sono sepolti nella cattedrale di San Vito a Praga. Piazza Venceslao, in città, è un importante luogo di incontro e il luogo di manifestazioni di massa contro il regime comunista negli anni ’80. Una leggenda attaccata alla statua del santo nella piazza dice che se il paese è mai minacciato, prenderà vita, solleverà un esercito addormentato e porterà la pace nel paese.

Illustrazione: Miles Cole

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