Erech, sumero Uruk, greco Orchoë, moderna Tall al-Warkāʾ, antica città mesopotamica situata a nord-ovest di Ur (Tall Al-Muqayyar) nell’Iraq sud-orientale. Il sito è stato scavato dal 1928 in poi dalla Società Orientale Tedesca e dall’Istituto Archeologico Tedesco. Erech era una delle più grandi città di Sumer ed era racchiusa da mura di mattoni di circa 6 miglia (10 km) di circonferenza, che secondo la leggenda furono costruite dal mitico eroe Gilgamesh. All’interno delle mura, gli scavi hanno rintracciato città successive che risalgono al periodo preistorico Ubaid, forse prima del 5000 a.C., fino al periodo partico (126 a.C.-224). La vita urbana in quello che è conosciuto come il periodo Erech-Jamdat Nasr (c. 3500-c. 2900 a.C.) è illustrata più pienamente a Erech che in qualsiasi altra città mesopotamica.
Le due principali divinità sumere adorate nell’antica Erech sembrano essere state Anu (An), un dio del cielo, e la dea Inanna (“Regina del cielo”). Uno dei principali punti di riferimento della città è la ziggurat di Anu coronata dal “Tempio Bianco” del periodo Jamdat Nasr, che fu un periodo di grande prosperità: oro, argento e rame erano abilmente lavorati, e sigilli e amuleti riflettevano un brillante artigianato in miniatura.
Il temenos (recinto sacro) di Eanna, un’altra ziggurat, ha testimoniato l’attenzione di molti re potenti, tra cui Ur-Nammu (regnato 2112-2095 a.C.), primo re della terza dinastia di Ur. Ur-Nammu fece anche molto per il layout della città, che poi beneficiò di una rinascita neo-sumeriana. Vari sviluppi architettonici furono associati al periodo Isin-Larsa (c. 2017-1763) e al periodo kassita (c. 1595-c. 1157). Anche i governanti successivi, tra cui Ciro il Grande e Dario il Grande, costruirono nel distretto di Eanna.
La città continuò a prosperare in epoca partica, quando l’ultima di un’antica scuola di dotti scribi stava ancora redigendo documenti (70 a.C. circa) in scrittura cuneiforme.
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