David Foster Wallace, (nato il 21 febbraio 1962, Ithaca, New York, U.S.-morto il 12 settembre 2008, Claremont, California), romanziere, scrittore di racconti e saggista americano le cui dense opere forniscono un’analisi oscura e spesso satirica della cultura americana. Ha ricevuto una laurea all’Amherst College nel 1985. Stava completando un master in scrittura creativa all’Università dell’Arizona quando è stato pubblicato il suo apprezzato romanzo d’esordio, The Broom of the System (1987). In seguito ha insegnato scrittura creativa alla Illinois State University e al Pomona College. Ha ricevuto una borsa di studio della MacArthur Foundation nel 1997.
Wallace è diventato più noto per il suo secondo romanzo, Infinite Jest (1996), un romanzo enorme e multistrato che ha scritto nel corso di quattro anni. In esso appare un ampio cast di personaggi postmoderni che vanno da alcolisti in via di guarigione e uomini di stato stranieri ai residenti di una casa di riabilitazione e stelle del tennis del liceo. Presentando una visione futuristica di un mondo in cui la pubblicità è diventata onnipresente e la popolazione è dipendente dal consumismo, Infinite Jest si svolge durante gli anni solari che sono stati nominati dalle aziende che hanno acquistato i diritti per promuovere i loro prodotti. Infinite Jest fu in particolare la prima opera di Wallace a presentare quella che sarebbe diventata la sua caratteristica stilistica: l’uso prominente di note (note finali, in questo caso), che erano il tentativo di Wallace di riprodurre la non linearità del pensiero umano sulla pagina. I critici, che hanno trovato lo stile di scrittura autocosciente e serpeggiante di Wallace variamente esaltante e folle, hanno paragonato Infinite Jest ai romanzi di Thomas Pynchon e Don DeLillo.
I racconti di Wallace sono raccolti in Girl with Curious Hair (1989), Brief Interviews with Hideous Men (1999) e Oblivion (2004). È stato anche un acclamato scrittore di saggistica, usando la sua caratteristica prosa digressiva e ricca di note a piè di pagina per produrre elaborati saggi su argomenti apparentemente non complicati come la fiera statale dell’Illinois, la radio e le crociere di lusso. Le sue raccolte di saggi includono A Supposedly Fun Thing I’ll Never Do Again (1997) e Consider the Lobster, and Other Essays (2005). Tutto e di più: A Compact History of Infinity (2003) è un’indagine sul concetto matematico di infinito. Ha anche scritto, con Mark Costello, Signifying Rappers: Rap and Race in the Urban Present (1990; 2a ed. 1997).
Wallace soffriva di depressione dai suoi primi 20 anni e, dopo numerosi tentativi falliti di trovare un regime farmacologico efficace, si tolse la vita. Tre anni dopo la morte di Wallace, è uscito un altro romanzo, The Pale King (2011), che l’autore aveva lasciato incompiuto. Il libro è stato assemblato da Michael Pietsch, che era stato a lungo l’editore di Wallace. È ambientato in un ufficio dell’Internal Revenue Service a Peoria, Illinois, durante la fine del XX secolo. La maggior parte dei suoi personaggi sono esaminatori delle dichiarazioni dei redditi annuali, e il tema centrale del libro è la noia – in particolare, la noia come mezzo potenziale per raggiungere la beatitudine e, come tale, un’alternativa alla cultura della sovrastimolazione che è il soggetto principale di Infinite Jest. Una terza raccolta dei suoi scritti saggistici, Both Flesh and Not (2012), è stata pubblicata postuma.
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