Poco prima delle 8 del 25 febbraio 1601, Robert Devereux, 2° conte di Essex fu portato fuori dalla Torre di Londra e si diresse verso il patibolo. Indossava un abito di velluto nero, doppietta e calzoni di raso nero e un cappello nero, che si tolse mentre saliva sul patibolo per potersi inchinare alle persone riunite. Fece poi un discorso riconoscendo “con gratitudine a Dio, di essere stato giustamente scacciato dal regno”, e disse:
I miei peccati sono più numerosi dei capelli sulla mia testa. Ho sprecato la mia giovinezza in dissolutezza, lussuria e impurità; mi sono gonfiato di orgoglio, vanità e amore per i piaceri di questo mondo malvagio. Per tutto ciò, supplico umilmente il mio Salvatore Cristo di essere un mediatore presso l’eterna Maestà per il mio perdono, specialmente per questo mio ultimo peccato, questo grande, questo sanguinoso, questo piangente, questo infecondo peccato, per cui così tanti per amore di me sono stati spinti a offendere Dio, a offendere il loro sovrano, a offendere il mondo. Prego Dio di perdonarmi – il più miserabile di tutti.
Dopo aver pregato che Dio preservasse la Regina e chiesto alla folla di unirsi a lui nella preghiera, pregò Dio di perdonare i suoi nemici. Poi si tolse la toga e la gorgiera e si inginocchiò al blocco, guardando il cielo e dicendo il Padre Nostro. Dopo aver perdonato il boia, che si inginocchiò davanti a lui, Essex ripeté il Credo e poi si tolse il saio, che gli copriva il collo, per mostrare un panciotto di scarlatto, il colore dei martiri. Si sdraiò sul blocco, stese le braccia e pregò: “Signore sii misericordioso con il tuo servo prostrato… Signore, nelle tue mani affido il mio spirito”. Dopo aver ripetuto due versi del Salmo 51, non ne poteva più e gridò: “Boia, colpisci!”. Il boia roteò la sua ascia per decapitare Essex, ma, sfortunatamente, ci vollero tre colpi per tagliargli il collo. Quando finalmente l’atto fu compiuto, il boia tenne la testa in alto, gridando: “Dio salvi la Regina!”
Era la fine di un uomo che aveva dato a Elisabetta I molta gioia, ma anche molta rabbia durante i suoi ultimi anni.
Doyne C. Bell, autore di Notices of the Historic Persons Buried in the Chapel of St Peter ad Vincula in the Tower of London, i resoconti del restauro della Cappella di St Peter ad Vincula e delle esumazioni effettuate nel 1876 e 1877, scrive di come il corpo e la testa di Essex furono messi in una bara e sepolti nel coro della Cappella a destra dei luoghi di riposo del Conte di Arundel e del Duca di Norfolk.
Trivia: il boia di Essex era Thomas Derrick, un uomo che Essex aveva graziato per stupro a condizione che diventasse un boia.
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Tratto da On This Day in Tudor History di Claire Ridgway.
Inoltre, in questo giorno della storia, il 25 febbraio 1570, la scomunica di Elisabetta I da parte di Papa Pio V – clicca qui per saperne di più e per leggere la bolla.
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